IL WESTERN ITALIANO (o "all'italiana", come dicono i detrattori negli anni Sessanta) nasce in un momento di crisi del nostro Paese, quando lo slancio del miracolo economico si è esaurito. Per questo Per un pugno di dollari di Leone e i film di Corbucci e Tessari vengono subito letti come lo specchio di una società arrivista, cinica e consumista. Ma il western italiano ha in sé anche una vocazione ribelle e terzomondista, come mostra il filone dedicato alla rivoluzione messicana inaugurato da Quién sabe? di Damiani. E al tempo stesso ammette una declinazione ironica e comica, che esplode nel 1970 con Lo chiamavano Trinità… caratterizzando la sua fase conclusiva. Partendo dal dibattito dell’epoca (Soldati, Moravia, Spinazzola, Kezich…), questo libro ricostruisce la ricezione di un genere complesso e dalle molte sfaccettature, evitando i pregiudizi e smontando tanti luoghi comuni. Servendosi di fonti spesso dimenticate e di riletture aggiornate, intende fare luce sul contesto culturale, il rapporto con il western americano, i modi produttivi, le innovazioni stilistiche, la diffusione al di fuori dell’Italia.
ALBERTO PEZZOTTA (1965) è autore tra l’altro di La critica cinematografica, Regia Damiano Damiani, Tutto il cinema di Hong Kong e di quattro “Castori” (Mario Bava, Clint Eastwood, Abel Ferrara e Mauro Bolognini, quest’ultimo con Pier Maria Bocchi). Ha curato con Anna Gilardelli Cinema italiano. Recensioni e interventi 1933-1990 di Alberto Moravia. Scrive su «Corriere della Sera», «Cineforum», «Ciak» e il Mereghetti.
Editore Il Castoro
Collana Italiana
Anno pubblicazione 2012
Prezzo € 15,50
Numero pagine 179
Collana Italiana
Anno pubblicazione 2012
Prezzo € 15,50
Numero pagine 179
Segnalazione d'oro.
RispondiEliminaConsidero Pezzotta uno dei migliori critici e storici del cinema italiani.
Concordo, Pezzotta è uno bravo (consiglio, ad esempio, il suo ottimo "Castoro" dedicato a Clint Eastwood), anche se non so cosa possa avere scritto di nuovo riguardo al Western italiano, genere ormai sviscerato in tutte le sue sfumature.
RispondiEliminaIn questo momento sono piuttosto sommerso da libri e pubblicazioni sul cinema, ma appena mi sarò un po' alleggerito con le letture mi procurerò comunque sicuramente anche questo suo testo...
Comprato e letto.
RispondiEliminaIn effetti non dice nulla di nuovo, ma ha il pregio di essere un libretto smilzo ed esauriente, scritto benissimo e che approfondisce con metodo e chiarezza il fenomeno dei western all'italiana, affrontando aspetti in genere anche poco considerati: la diffusione a livello mondiale, l'appropriazione dell'immaginario messicano, il rapporto con i fumetti (argomento appena accennato e trattato in modo un po' superficiale, ma in genere mi pare che non lo faccia mai nessuno). Punti di forza la grande documentazione su recensioni e articoli dell'epoca e il tono misurato.
La prima novantina di pagine analizza la storia del western italiano in generale, il contesto sociale e culturale in cui nacque e si sviluppò. Alla fine ci sono degli approfondimenti su sei film chiave (Per un pugno di dollari, Django, Quién Sabe?, Se sei vivo spara, Lo chiamavano Trinità e La banda J&S), analizzati più da un punto di vista sociologico e culturale che non strettamente critico.
Insomma, per chi ha già letto altre cose sul genere può essere una lettura superflua, per chi vuole farsi una cultura sul genere senza spararsi tomi troppo impegnativi (o costosi) direi che è perfetto.