mercoledì 15 febbraio 2012

nuovi western - 2000

C'era una volta... e forse c'è ancora



Il western è morto. Morto stecchito. E pure da un bel pezzo. O almeno questo è quello che vuole il luogo comune ed è quello che sostengono gli esperti e la stragrande parte degli appassionati.
Di sicuro di nessun altro genere cinematografico si è celebrata, lamentata e discussa la morte quanto il western. Generi di ogni tipo, magari un tempo popolarissimi, sono spariti delle scene senza che nessuno abbia mai dato troppo peso alla cosa: il musical, il cappa e spada, il peplum, il feuilleton, l'horror gotico, l'esotico, solo per citare i più ovvi. Invece dello stato di salute del western si continua a discutere da decenni. Tanto che ogni qual volta un nuovo film western ottiene un po' di imprevista(?) visibilità, puntuali come le tasse vediamo apparire su giornali, riviste e siti web articoli che commemorano il genere perduto, che vaneggiano di una sua improbabile rinascita o che ne stabiliscono l'irreversibile decesso. Schema che, solo per restare agli ultimissimi anni, abbiamo visto ripetersi con l'uscita di pellicole come “Quel treno per Yuma”, “Appaloosa”, “Il Grinta”. E statene certi si ripeterà anche con il futuro “Django Unchained” di Tarantino.

Non sembra il caso di accodarsi a un così trito dibattito. Più interessante forse andare al sodo, passando in rassegna anno per anno i titoli più significativi usciti usciti dal 2000 in poi, per vedere nel concreto quanto di bello o brutto, vecchio o nuovo ha ancora da dire nel nuovo millennio il western, vivo o morto che sia.

Scriveremo in tutto di una trentina scarsa di pellicole. Che a dire il vero non sono poche per un genere dato per spacciato da decenni, soprattutto tenendo presente che non prenderemo in considerazione la maggior parte dei titoli di quel sottobosco di western prodotti e girati per la TV e per il mercato home-video ancora discretamente prolifico in America. Titoli che raramente arrivano in Italia e, per quello che si è visto, ancora più raramente si dimostrano degni di un qualche interesse.

Anche se non mancheranno le meritate stroncature, chi scrive ha volutamente adottato un atteggiamento generalmente benevolo verso i film che verranno presi in considerazione, preferendo la parte del curioso che vuole capire, piuttosto di quella del critico che deve giudicare. Ma dato che restano film comunque in gran parte controversi, e vista l'ambizione di voler fare una rassegna sufficientemente esaustiva del panorama western di questi ultimi anni, si cercherà di creare una piccola rassegna stampa per ogni film che dia voce ad un certa varietà di opinioni.

Western del 2000

Anno di magra, che vede un solo titolo degno di nota, quantomai controverso, per altro in Italia afflitto dal solito titolo demente e da uno svilente doppiaggio televisivo.



VENDETTA FINALE (SOUTH OF HEAVEN, WEST OF HELL) di Dwight Yoakam
con Dwight Yoakam, Vince Vaughn, Bridget Fonda, Peter Fonda, Paul Reubens, Bud Cort, Michael Jeter, Bo Hopkins, Luke Askew, Billy Bob Thornton

Scritto, diretto e interpretato da un regista non professionista - come spesso è accaduto per molti dei film più interessanti degli ultimi anni - il cantautore country Dwight Yoakam. Il quale poi diventerà una faccia assidua dei nuovi western, lo rivedremo infatti in “Le tre sepolture”, “Bandidas”, “The Last Rites of Ransom Pride” e nel futuro “Lone Ranger” diretto da Gore Verbinsky.

È un western assolutamente eccentrico e unico. E anche assolutamente “sbagliato”, come si può facilmente dedurre dai velenosi stralci di recensioni che potete leggere più sotto - per altro solo una minima parte di una marea di stroncature impietose che si possono trovare in rete. Ugualmente scontati i disastrosi esiti al botteghino, con la distribuzione del film ritardata per quasi un anno e poi distribuito poco e male; non che se fosse stato distribuito normalmente sarebbe cambiato qualcosa, per un film nato senza pubblico come questo. Insomma, ci siamo capiti: tipico gran film maledetto, da amare o da odiare senza mezzi termini.



Uno sceriffo deve fare i conti con il suo misterioso passato. Dopo che gli hanno devastato il paese durante una rapina, deve infatti dare la caccia ad una banda di allucinati balordi che un tempo erano la sua famiglia adottiva. Il viaggio verso la vendetta sarà pieno di incontri e scontri bizzarri.

Contro tutte le buone maniere del racconto hollywoodiano, la storia avanza in modo divagante e incoerente, il ritmo lento è sabotato da strani slittamenti temporali, personaggi surreali entrano ed escono di scena come in un sogno e il tono di molte situazioni è lunare e imprevedibile. In questo senso la parte centrale è probabilmente troppo lenta e troppo piena di personaggi superflui, se ha un senso rilevare simili difetti in un film che vive del suo essere continuamente alterato e fuori fase. Il piatto forte della pellicola sono alcune delle più strampalate e spiazzanti scene di violenza mai viste in un film americano, dove Yoakam si rivela gran maestro del grottesco, quasi un parente yankee del bosniaco Kusturica. Assistiamo ad una rapina in banca che si trasfigura in un incubo notturno, ad un delirante tentativo di stupro dove la violenza più efferata si accompagna a gag degne di Stanlio e Ollio, e alla più sconcertante e imprevedibile resa dei conti mai vista in un western.



Come attore Yoakam è un mingherlino indolente dall'aria tutt'altro che simpatica. Non avendo quindi nulla del classico protagonista di film western è assolutamente perfetto in un film totalmente fuori dagli schemi come questo. In un cast ricolmo di faccia note emergono una diafana e luminosa Bridget Fonda e un notevole Vince Vaughn, ancora magro e non ancora una star da commediole, che presta i suoi due metri d'altezza ad un personaggio davvero inquietante e spietato. Chiaro omaggio, come probabilmente tutto il film, al cinema americano degli anni 70 il film è costellato da facce invecchiate di quell'epoca. Tra i tanti segnaliamo i due reduci di "Easy Riders" Peter Fonda e Luke Askew, quest'ultimo nella parte del patriarca malvagio su una sedia a rotelle.

Straordinaria la fotografia dai colori cupi e caldi, piena di squarci di luce. Tocco finale, un commento musicale bello e straniante, ovviamente composto dallo stesso Yoakam.

Non lo si fosse capito, da queste parti i film “sbagliati” e maledetti come questo sono i benvenuti.

Dicono di lui...

“Incartato in un limbo creativo ancor più fastidioso di quel che suggerisce il titolo, "South of Heaven, West of Hell" è un western semi-metafisico sulla vendetta che rimane inafferrabile come un miraggio lontano, lungo un sentiero polveroso. Il film equivale allo straniero inizialmente benvenuto che poi resta troppo a lungo in città. […] manca degli ingredienti fondamentali di forma, tono, ritmo ed economia narrativa che lo renderebbero davvero un western vecchio stile e una asciutta, avvincente avventura. Nel migliore dei casi è un esercizio di Yoakam, che nel tentativo di far rivivere il western ignora totalmente le esigenze del Box Office natalizio.[...]”
(Robert Koehler, “Variety” 18/12/2000)

“Sharon Stone, una volta paragonò incontrare Dwight Yoakam con "mangiare un panino sporco". Guardando il debutto alla regia della stella country e attore, è evidente che la Stone fu anche troppo gentile. Anche se guardare il film di Yoakam non vuol dire avercelo vicino e passare del tempo con lui, l'esperienza è stata come mangiare un panino di merda. […] Il titolo può essere uno gioco di parole bizzarro che descrive un posto vicino all'inferno, ma non fatevi ingannare: questo film è l'inferno.”
(Michael Dequina, “Film Threat” 26/12/2000)

“Questa elegia western […] probabilmente piacerà agli appassionati di musica di Yoakam, ma è in grado di soddisfare pochi altri. Con una storia vagamente lunatica sulla giustizia di frontiera, il velleitario progetto di Yoakam si sviluppa lungo i polverosi paesaggi del western, ma povero di trama e di sviluppo dei personaggi - ciononostante la professionalità del notevole cast che lo tiene in piedi ispira indulgenza.”
(“The Austin Chronicle” 19/7/2002)

“Alcuni film semplicemente non dovrebbe mai essere fatti - Questo deve essere il peggior film mai diretto che io abbia mai avuto il dispiacere di vedere. [...] Pessimo ritmo, interpretazioni legnose, girato goffamente, musica strana, persino i costumi sono terribili - Mio Dio, cos'è quella parrucca che porta Billy Bob Thornton?? Potrei andare avanti altre dieci righe, ma per questo film proprio non ne vale la pena. Chiunque odia sprecare denaro dovrebbe stare ben lontano da questa stronzata.”
(commento di From United Kingdom, IMDb 2/1/2006)

“Perché tutti odiano questo film? [...] Penso sia uno dei migliori western usciti da Hollywood da moltissimo tempo. La storia e la recitazione sono superbe, e così la fotografia. E sono le tre cose che rendono grande un film. Si potrebbe aggiungere che la quarta è riuscire a far pensare andando controcorrente, ma non è sempre necessario. [...] Se vi piacciono i western e i film indipendenti, provate un po' questo. Naturalmente si tratta di un gioiello trascurato.”
(commento di T.S. Hunter, IMDb 5/11/2003) 

Tommaso Sega

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