lunedì 13 febbraio 2012

western brutti 1 - Execution

1968 EXECUTION di Domenico Paolella. Con John Richardson, Mimmo Palmara, Franco Giornelli, Piero Vida, Rita Klein.


Come un filmaccio del genere possa vantare degli estimatori - e pure illustri come Tom Betts e Jean-François Giré - rimane un mistero: a cercarlo col lumicino, l'unico motivo d'interesse di Execution è dovuto alla location in cui è stato girato, ossia il deserto del Negef in Israele. Per il resto è un film assolutamente sconclusionato, di una lentezza esasperante e per di piú - nonostante le pie intenzioni di Paolella di realizzare una pellicola «contro le guerre e contro la violenza» - infarcito di scene cruente del tutto gratuite e insensate. La regia è a dir poco approssimativa, con interminabili primi piani di volti che guardano in cagnesco, incredibili vuoti tra una battuta e l'altra e un'incapacità totale di dirigere gli attori, i quali da par loro di certo non aiutano; e tanto meno lo fa il montaggio, disastroso. Tanto per rendere l'idea: ad un certo punto si vede un tizio che viene trascinato via da un cavallo e nello stacco seguente lo ritroviamo in piedi che discute in tranquillità con un suo compare. Il finale è anche abbastanza originale: il protagonista, dopo aver seppellito il cadavere del suo migliore amico si strappa il cinturone, getta le pistole e si mette a piangere - ma a dir la verità a piangere è soltanto il doppiatore, dato che Richardson conserva anche in questo caso la solita espressione. Degna di migliori occasioni l'ottima fotografia di Aldo Scavarda, l'unica nota veramente positiva del film. Pessime invece, come sempre, le musiche dello sfigatissimo Lallo Gori.

Paolo D'Andrea


Una roba veramente penosa. Nonostante l’ambiziosa pretesa di fare «un western con delle idee», la regia di Paolella - autore anche di soggetto e sceneggiatura - è semplicemente disastrosa, lo sviluppo drammatico inesistente e il ritmo mortalmente noioso. La storia, poi, è completamente sballata, la trama ha dei passaggi incomprensibili e il film sembra procedere del tutto a caso. Non parliamo dei personaggi: quello che sembrava il protagonista, per dire, a metà film viene fatto fuori e tanti saluti, al che gli subentra John Richardson che si sdoppia addirittura nel ruolo di due fratelli - difficile dire quale dei due interpretato peggio. Pessimo anche il doppiaggio, piatta e monocorde la musica e davvero inaccettabili anche tutti gli attori (attori?). Completa il quadro una delle piú deliranti figure di messicano ciccione mai viste negli SW. Insomma un totale disastro. Rimane da salvare solo qualche passabile momento d’azione: la sparatoria al saloon con i cadaveri che si ammucchiano sul pavimento, il finale tragico - del tutto fuori posto, ma va be' -, un paio di scene di tortura piuttosto sadiche. Curiosissimi gli esterni nei dintorni di Eilat, nel deserto israeliano del Negef, un luogo che sembra davvero il Far West.

Mauro Mihich

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