1995 GUNFIGHTER'S MOON
di Larry Ferguson con Lance Henriksen, Kay Lenz, Linda Yarnell, Jordan Yarnell, Nikki Deloach, Ivan Sergei, James Victor
Certi film esistono solo perché esistono certe facce. È sicuramente il caso di questa pellicola degli anni 90, tutta costruita attorno al faccione torvo e magnificamente logoro di Lance Henriksen, ai tempi sulla cresta dell'onda come protagonista della serie thriller “Millennium”.
Strana faccia quella di Henriksen, specchio perfetto della sua vita, che - usando una frase fatta - sembra un film. Nato in una poverissima famiglia di New York nel 1940, passa una giovinezza da teppista, tra strada e riformatorio. Negli anni 60 fa una vita da vero hobo, viaggiando clandestinamente sui treni. Semianalfabeta, scopre di avere un certo talento per la pittura e guadagna qualche soldo dipingendo scenografie per i teatri. Ottenuta qualche particina impara a leggere studiando i copioni. Entrato in contatto con ambienti più intellettuali fa amicizia con James Cameron e ottiene le prime particine. Il suo film d'esordio è non a caso proprio un film sugli hobo, il duro e magnifico "L'imperatore del Nord" di Robert Aldrich.
Dopo aver legato negli anni 70 soprattutto con Sidney Lumet, con cui gira tre film, Henriksen negli 80 si afferma come caratterista grazie all'amico Cameron, comparendo in tutti i suoi primi film, "Piranha paura", "Terminator" e soprattutto "Aliens - Scontro finale" dove diventa famoso nel ruolo dell'androide Bishop. È l'allora moglie di Cameron, Kathryn Bigelow, che gli offre il primo ruolo da quasi protagonista, quello dell'inquietante capofamiglia vampiro del notevole "Il buio si avvicina".
Fosse nato quindici o venti anni prima è probabile che la sua faccia sghemba e un po' stralunata sarebbe stata ben utilizzata nel cinema western. Invece nella nostra epoca arriva al genere solo nel 1995, dove però gira ben tre film, i ben noti Dead Man e Pronti a morire e questo Gunfighter's Moon (poi distribuito poco e male nel 1997). In seguito tornerà al genere con una particina della miniserie televisiva Into the West, del 2005, Appaloosa di Ed Harris e del poco consigliabile La febbre della prateria (Prairie Fever), entrambi del 2008.
Ci siamo dilungati sull'intrigante figura dell'attore protagonista perché, prevedibilmente, non c'è molto da dire su questo b-movie, dalla trama troppo elementare e i personaggi stereotipati, per quanto per nulla sgradevole. La confezione è povera ma dignitosa, a parte una mediocre e spesso per nulla adeguata colonna sonora.
Henriksen è Frank Morgan, pistolero stanco e un po' andato di testa, che risponde alla richiesta d'aiuto di una vecchia amante. Scoprirà di avere una figlia adolescente e di dover difendere il marito della donna, neo-sceriffo di un paesetto in cui stanno per arrivare tre spietati fuorilegge che vogliono liberare un loro compare detenuto in attesa di impiccagione.
Il film ha un inizio promettente, con Morgan quasi pazzo che uccide in una posada un pistolero che lo ha sfidato in un'atmosfera allucinata. Peccato che poi la storia si sposti subito in un tipico e bucolico paesino americano, con i vecchietti sulle sedie a dondolo, ragazzine con le trecce e gioviali feste campestri.
Un'ambientazione quindi dalle atmosfere edulcorate e posticce tipiche di prodotti come "La signora del west". Di conseguenza il film funziona solo nelle parti che vedono in scena Henriksen, la cui figura tenebrosa fa da contrasto con l'ambiente lindo e ipocrita del paesino americano. Vestito di nero, voce d'oltretomba, accompagnato da un cane dagli occhi di ghiaccio, Morgan solidarizza solo con un bistrattato uomo delle pulizie messicano e getta nel panico la comunità quando rapisce la figlia per farci quattro chiacchiere.
Poche, purtroppo, ma notevoli le scene veloci e brutali dei duelli. Oltre a quello d'apertura nella posada assistiamo ad un bello scontro notturno sotto la pioggia, con la fiamma della pistola che incendia i pantaloni del protagonista, e a quello finale, in cui Morgan uccide a sangue freddo l'ultimo degli avversari rimasti in vita, nonostante questi stia implorando di essere risparmiato.
Un vero peccato che queste sequenze non abbiano fatto parte di una storia più interessante.
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