venerdì 23 marzo 2012

Giulio Petroni 2 - ...e per tetto un cielo di stelle

1968 ...E PER TETTO UN CIELO DI STELLE di Giulio Petroni, con Giuliano Gemma, Mario Adorf, Magda Konopka, Rick Boyd, Julie Menard, Anthony Dawson, Franco Balducci, Sandro Dori


Niente pistole per me. Preferisco usare il cervello, c’è meno concorrenza.

Western on the road in bilico tra farsa e tragedia, tra i primi a stemperare la seriosità degli spaghetti western con toni da commedia.
Il film è in ogni caso anche bello violento: inizia con la strage dei passeggeri di una diligenza e prosegue con scene sadiche e ammazzamenti a volontà.
La sua singolarità (e forse a tratti anche un po’ il suo limite) è appunto quella di alternare momenti molto seri e drammatici con situazioni buffe e boccaccesche.
A noi è sembrato più riuscito nei primi, ad esempio nelle grandi scene iniziale e finale, mentre nelle seconde, a volte, scivola nel terreno facile della commedia televisiva.
L’idea del viaggio senza meta (“Dove andrai, Billy?” “Non lo so” “Aspetta, vado anch’io da quelle parti”) e della libertà senza imposizioni era a ogni modo senz’altro nuova per il nostro western e molto prossima agli stati d’animo del ’68.
In filigrana c’è anche il tema dell’amicizia, anche questo non molto comune da trovare negli spaghetti western.
Secondo alcuni critici la coppia di antieroi protagonista anticiperebbe quella più celebre Trinità-Bambino di Terence Hill e Bud Spencer. Onestamente ci pare un po’ tirata per i capelli.
Molto ben assortiti, comunque, i due interpreti: Gemma è come sempre efficace nella parte della simpatica canaglia ed è molto convincente nella trasformazione da scanzonato pacifista (l’eroe che per tutta la prima ora di film non mette mano alla pistola probabilmente è un unicum per il genere) a pistolero implacabile, mentre Mario Adorf, al suo esordio nel western italiano, è bravissimo nel tratteggiare un personaggio sospeso tra il candore e la violenza.
C’è pure la bellissima Magda Konopka, nel ruolo di una vedova che tutti vorrebbero consolare.
Ottima la fotografia di Carlo Carlini, operatore di fiducia di Petroni, e strepitosa, come sempre, la colonna sonora di Morricone.



"Bellissimo. Personalmente ho gradito tantissimo anche la parti da commedia, che mi sembra si inseriscano perfettamente nel filone migliore della commedia italiana picaresca, quella alla Monicelli. Le scene divertenti sono parecchie e i dialoghi tra Gemma (perfetto) e Adorf (più che perfetto) - complici anche gli ottimi doppiatori - sono spassosi ("...gli ho sfoltito la famiglia!", il tormentone sui conigli, "Ricordo quel che sul letto di morte mi disse mio padre: Mi viene un'idea!" "Che idea?" "Ah non lo so: morì!"). Un' allegria d'altra parte continuamente punteggiata da simboli di morte e spezzata dalle sinistre apparizioni degli spietatissimi cattivi. L'inizio con la musica di Morricone e Gemma e Adorf che senza una parola seppelliscono i morti è tra i più belli che abbia mai visto tra gli "spaghetti", ma praticamente tutte le scene più tipicamente western fanno risaltare l'enorme talento di Petroni." (Tommaso Sega)

1 commento:

  1. Nella carriera di Gemma rappresenta il primo capitolo di una specie di trilogia western/buddy movie, comprendente "Vivi o, preferibilmente, morti" (affiancato da Nino Benvenuti) e "Amico, stammi lontano almeno un palmo" (con George Eastman), per altro entrambi limitati da problemi nati durante le riprese.

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