mercoledì 21 marzo 2012

western brutti 2 - Le 5 facce della violenza

1970 Le 5 facce della violenza (Five Savage Men, o The Animals, o Apache Vengeance, o The Desperados, o ecc.) di Ron Joy, con Michele Carey, Henry Silva, Keenan Wynn, John Anderson


Un film così brutto da fare tenerezza. Talmente misero e privo di mezzi da meritare rispetto solo per il fatto di esistere. Come certi film di Ed Wood, è un tale genuino delirio di incapacità e di spunti interessati mal utilizzati da essere al di là del bene e del male. Un deserto, una diligenza, una decina di cavalli, una ventina di attori (contando anche le comparse non recitanti): il film è tutto qui. Ci sono scene in cui gli attori si impappinano, starnutiscono e  improvvisano le battute visibilmente per allungare il brodo. La terribile copia che ogni tanto passa su qualche tv locale nostrana accentua ancora di più l'aria da cinema alla fine del mondo, con un doppiaggio da film porno e un formato indecente.

Come tutti i film orrendi è divertente da raccontare. Molto più che da vedere.

Per liberare il loro capo scortato da uno sceriffo una banda assalta una diligenza massacrando tutti i passeggeri, tranne una bella maestrina. Siamo in un film di serie Z del 1970 e quindi immancabilmente la poveretta viene seviziata e violentata. La scena è osservata da lontano dall'impassibile Chatto, apache solitario un po' voyeur. Fatti i loro comodi i cattivoni abbandonano la vittima al suo destino e si dividono, non prima di aver parlato del più e del meno, giusto per far passare altri preziosi minuti di film. Al che Chatto finalmente interviene ed evidentemente attratto dall'avvenenza della donna (apache sì, ma mica scemo) si prende cura di lei. Il resto è puro cinema "scult". Nel giro di due scene la maestrina pare dimentica del trauma dello stupro e inizia un credibilissimo idillio sentimentale con l'apache. In men che non si dica li vediamo mano nella mano passeggiare felici e sorridenti nel deserto. Da antologia del trash la scena dell'addestramento lampo, in cui la maestrina si trasforma in men che non si dica in guerriera apache, il tutto commentato da un'allucinante canzoncina flower power che non c'entra nulla (magari voleva essere qualcosa  tipo la scena di "Butch Cassidy" con "Raindrops Keep Fallin' On My Head"... nel caso, non è venuta esattamente la stessa cosa). Il delirio continua con la donna che, con l’aiuto del partner indiano, trova e uccide i suoi aguzzini. I cattivi vengono scovati uno per uno, non si capisce come, e trucidati. Uno viene disintegrato da un'esplosione, un altro è seccato con la doppietta mentre è al cesso, un altro viene sorpreso mentre è a letto con una prostituta (occasione buona per mostrare un altro paio di tette dopo quelle della protagonista all'inizio), un altro ancora lo ammazzano mentre... sta per essere impiccato! Ma il clou arriva con il capobanda, che viene rapito e poi  castrato dall'ex (molto ex) maestrina. Improvvisamente però scoppia il dramma: prima di schiattare il cattivaccio deride e dileggia la donna che, sconvolta da tanta maleducazione, impazzisce. A quel punto entrano in scena gli uomini dello sceriffo, che erano alla ricerca della maestrina fin dall'inizio del film. Questi ultimi sono degli imbecilli mai visti in un western, che per tutto il film non hanno fatto che andare avanti e indietro nel deserto senza capirci mai un tubo, con scene degne di "Una pallottola spuntata", tipo quella in cui "per sbaglio" si prendono a pistolettate con la posse di un altro sceriffo. Imbecilli fino alla fine, arrivano, non capiscano nulla della situazione e freddano il povero Chatto. Il poveretto rantolando si trascina verso l'amata, ormai resa indifferente dalla follia. Tocco di raffinatezza conclusivo un finale aperto: nell'ultima inquadratura si vedono degli apache che si avvicinano furtivi agli uomini dello sceriffo.

Nonostante tutto, degno di nota il cast. Il cattivo e lo sceriffo sono rispettivamente i caratteristi Keenan Wynn e John Anderson, classiche facce senza nome viste in mille film e mille telefilm. Chatto è Henry Silva, che nonostante un assurdo parruccone che gli allunga di venti centimetri la testa riesce incredibilmente a dare un pizzico di credibilità al suo personaggio. Notevole la presenza fisica di Michele Carey:


A livello recitativo limitiamoci a dire che è un tantino meno efficace. Comunque pochi anni prima la si era vista niente meno che al fianco di John Wayne e Robert Mitchum in "Eldorado" di Hawks.

"In effetti è un film talmente brutto che non stupirei avesse legioni di seguaci tra gli amanti del trash. Girato visibilmente con quattro lire (si gira in tondo per tutto il film per lo stesso angolo di deserto e l’unica scena diversa, quella con la mandria, si nota benissimo che è presa da un’altra pellicola) e diretto in maniera semi-amatoriale e all'insegna del facile sensazionalismo da un regista al suo primo e ultimo film, raggiunge davvero vette di ineguagliabile delirio (una per tutte, gli sceriffi che si sparano tra di loro). Henry Silva ce la mette anche tutta, poveraccio, ma certo che un ruolo che prevede per un’ora e mezza non più di tre mugugni avrebbe messo a dura prova anche il più quotato attore uscito dall’Actor’s Studio. Il doppiaggio italiano, poi, è semplicemente penoso, con pure il sonoro che va e viene, e nutro forti sospetti che la copia passata in tv fosse tagliata, almeno nella scena dello stupro. In America il film, infatti, è considerato un piccolo classico del Rape & Revenge movie (filone in voga negli anni settanta a base di -come dice il nome- stupri e conseguenti sanguinosissime vendette) e all'uscita italiana venne proibito ai minori di 18 anni, ma a vederlo mi è sembrato invece davvero una cosetta molto all'acqua di rose. Niente male l’attrice protagonista, comunque. (Mauro Mihich)"

1 commento:

  1. Ah ah, mitica recensione.
    Il bello è che su qualche testo, come “Wild West Gals” di Bruschini & De Zigno, il film viene fatto passare come un gioiellino misconosciuto da riscoprire.

    Il film gode di una certa fama presso gli appassionati del filone “rape & revenge” (stupro e vendetta) ed è uscito in Italia vietato ai minori di 18 anni, il che mi fa pensare che la copia televisiva da noi visionata sia stata pesantemente edulcorata, almeno nella scena dello stupro di Michele Carey (che ricordo molto all’acqua di rose). Sarebbe interessante visionare la versione integrale (o "uncut" come si dice oggi)...

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