giovedì 28 marzo 2013

i film - Il giorno del giudizio


1971 IL GIORNO DEL GIUDIZIO (The Drummers of Vengeance)
di Mario Gariazzo con Ty Hardin, Rossano Brazzi, Edda Di Benedetto, Craig Hill, Gordon Mitchell, Rosalba Neri, Raf Baldassarre, Rick Boyd, Ken Wood

Tornato dalla guerra un uomo trova la sua casa bruciata e la moglie indiana e suo figlio morti. Si vendicherà di mezza città, lasciando bare come biglietti da visita e servendosi di un sinistro giocattolino appartenuto al figlio per scandire i duelli. Il tocco originale è che si traveste da becchino scespiriano, dispensando aforismi e inneggiando ogni due per tre al Giorno del Giudizio. Il bello è che nessuno lo sospetta, nonostante la storia delle bare usate come firma e una gobba e una barba degne di un travestimento dell'ispettore Clouseau.



Non malaccio, però, questo torvo spaghetti girato come un thriller dove alla fine ci restano tutti secchi. Poverissimo, girato con quattro soldi, anche due, ma non così miserabile come viene descritto ad esempio ne Il dizionario del western all'italiana di Giusti: "...al posto dei cavalli ci sono uomini che trascinano i cavalli e così via". I cavalli ci sono e non ci sono scene di carri trainati da uomini in loro mancanza. Certo c'è un gran arrabattarsi con il montaggio, con primi piani e controcampi per far stare nelle stessa scena attori che hanno recitato visibilmente su set diversi, e qui e là si allunga il brodo senza vergogna (c'è un' interminabile sequenza con quattro tizi che fuggono su un carro nel bosco). Il cast è fatto di facce piuttosto note del genere che spuntano fuori un po' a caso e vengono fatte fuori due scene dopo. Ma pur con tutti questi limiti la regia non è male, tra inquadrature claustrofobiche, interessanti ellissi, bei flashback e curiosi fermo immagine durante i duelli.


La fotografia pumbea è efficace, con quel che di triste che hanno i non molti spaghetti western drammatici degli anni 70. L'atmosfera è sinistra, con il suono del tamburello del giocattolino, invisibile in tutta la prima parte del film, che diventa qualcosa di ossessivo anche per lo spettatore. Il finale, poi, è quasi bello: lo sceriffo assassino (non sveliamo davvero nessun colpo di scena, a parte il protagonista è l'unico altro personaggio in primo piano del film, ovvio che il "misterioso" capo degli assassini  non può essere che lui) tormentato nel sogno dai suoi delitti si sveglia e si trova davanti il protagonista sanguinante che credeva di aver ucciso. Dopo l'ultimo allucinato duello, vediamo il protagonista morente che guida il suo carretto da becchino e sogna i momenti felici con sua moglie e suo figlio. Forse con un budget più dignitoso poteva venirne fuori un buon film.



Gli allora ancora abbastanza famosi (almeno in America) Ty Hardin e Rossano Brazzi funzionano bene. Hardin si impegna e nonostante gli orridi baffoni anni 70 ha un certo carisma. Per tener fede alla sua fama da latin lover Brazzi lo si vede a letto con una tipa con le tette al vento, anche se non c'entra niente con il resto del film. Craig Hill e Gordon Mitchell invece sono sprecati nelle parti di un imbonitore e di un vicesceriffo. Al solito bellissima, Rosalba Neri appare solo in rapidi flashback come la moglie indiana uccisa. Non stupisce la reazione del protagonista, anche se c'è da dire che durante il film avrebbe modo di consolarsi con la non meno notevole Edda Di Benedetto, nelle parti di un' altra indianina che gli da una mano.

Ah, bellissima la colonna sonora. Ovvio, è un pezzo di Morricone bellamente fregato a "I crudeli" di Corbucci.

1 commento:

  1. La coppia Ty Hardin e Rossano Brazzi si era già vista in "Caccia ai violenti" (1968) di Nino Scolaro, un film di avventura in Africa, legato in qualche modo agli spaghetti western.
    Roberto VR

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