HOLLYWOOD IN ALMERIA (e dintorni)
Curioso che nonostante la mania di battezzare filoni e sotto-filoni del western europeo nessuno (a quanto ne sappiamo) abbia mai pensato di trovare un nome ad uno dei filoni più facilmente identificabili e autonomi del genere, quello delle produzioni hollywoodiane girate in Almeria. Un filone che ha mantenuto caratteristiche ben precise anche quando ha iniziato a subire l'influenza dei western all'italiana: storie spesso corali a base di colpi e missioni impossibili, un'aria più da film d'azione che da veri e propri western (un'aria "pulp" diremmo oggi), l'ambientazione finto-storica in un Messico quasi sempre rivoluzionario, la frequente e insolita presenza di attori di colore.
Già prima dell'esplosione dei western all'italiana, a metà degli anni sessanta gli americani trovavano in Spagna, più che un altro West, un Messico a buon mercato, attirati oltreoceano dalla professionalità e dai bassi costi della manovalanza spagnola, oltre che dalle agevolazioni fiscali che il regime di Franco concedeva alle coproduzioni cinematografiche. Uno dei primi western mai girati in Europa è proprio americano, La bionda e lo sceriffo, nientemeno che del 1958 e del grande Raoul Walsh, per quanto giustamente poco citato tra gli antenati dell'eurowestern, prima di tutto perché si tratta di una commedia e poi perché sembrava (ed era) in tutto e per tutto un film americano. Lo stesso discorso vale per tutti gi altri western americani girati in Almeria nei primissimi anni, piccole produzioni di serie B o anche C, assolutamente indistinguibili dagli analoghi prodotti girati tradizionalmente sul suolo americano. Produzioni di scarto, in genere girate da anonimi tuttofare hollywoodiani, magari un po' il là con gli anni, e caratterizzate dalla presenza come protagonisti di vecchie stelle a fine carriera, come Audie Murphy, Rory Calhoun, Arthur Kennedy o più o meno giovani meteore come Don Murray (il cowboy buzzurro di "Fermata d'autobus") , Russ Tamblyn (il rosso di "Sette spose per sette fratelli") e Jeffrey Hunter (il compagno di viaggio di John Wayne in "Sentieri selvaggi").
Al netto di qualche sorpresa sempre possibile, sono titoli di scarso interesse e di ancor più scarsa reperibilità, su cui ci soffermiamo solo per spirito di completezza.
1958 La bionda e lo sceriffo (The Sheriff of Fractured Jaw)
di Raoul Walsh con Kenneth More, Jayne Mansfield
"Come un distinto fabbro si trasferisce da Londra al selvaggio West e diventa sceriffo alle prese con pellerossa, fuorilegge e una ballerina. Western in cadenze da commedia quasi parodistiche, governato con asciuttezza dal veterano Walsh." (M. Morandini)
1963 I pistoleros di Casa Grande (Gunfighters of Casa Grande)
di Roy Rowland con Alex Nicol, Dick Bentley
"La storia vede un gruppo di banditi che, alla fine della Guerra di Secessione, fanno traffico di bestiame al confine tra Messico e Stati Uniti dopo essersi fatti assumere nel ranch di Casa Grande. Nel cast secondario toviamo belle facce [...] ma l'impostanzione è proprio da cinema western classico." (Marco Giusti)
1964 Kid Rodelo
di Richard Carlson con Don Murray, Janet Leigh, Broderick Crawford
"Kid Rodelo, uscito dal carcere, si reca nella città abbandonata di Sheridan per cercare 50.000 dollari in oro che vi sono stati nascosti. Ma anche tre evasi e due avventurieri accompagnati da una donna vogliono il tesoro. Interpreti prestigiosi in un film dalla vicenda inverosimile, narrata però con discreto nerbo" (Film TV)
1964 Mezzo dollaro d'argento (Son of a Gunfighter)
di Paul Landres. Con Russ Tamblyn, Fernando Rey
"Pistolero misterioso è in caccia, sotto mentite spoglie, del fuorilegge Ketchum, indegno come marito e padre. È uno dei pochi film di Landres girato con un budget impegnativo: un tentativo poco riuscito di mescolare, anche nel cast, il western hollywoodiano con il "paella-(spaghetti)-western." (M. Morandini)
1964 Murieta John (Joaquin Murrieta)
di George Sherman con Jeffrey Hunter, Arthur Kennedy
Un cercatore d'oro messicano al quale hanno ucciso la moglie vive per vendicarsi degli assassini. Un giorno li ritrova e li uccide, diventando così anche lui un fuorilegge. "[...] il film è molto violento, come i nuovi western europei e l'eroe si muove non per fare giustizia, ma solo vendetta come i vari Ringo e Gringo. Il risultato però non è eccelso e il film non ebbe alcun successo" (Marco Giusti)
1965 Lo sceriffo non paga il sabato (La ley del forastero)
di Roy Rowland con Götz George, Helmut Schmid
Uno sceriffo libera un paesino dalla banda di taglieggiatori che lo domina. Cast teutonico, ma di influenza spagnoleggiante, diretto da un veterano hollywoodiano sul viale del tramonto, che dieci anni prima aveva diretto in patria il bizzarro e godibile "Un napoletano nel Far West".
1965 Django, killer per onore (El proscrito del río Colorado)
di Maury Dexter con George Montgomery, Elisa Montés, José Nieto
Uno sceriffo al confine con il Messico deve fronteggiare un pericoloso fuorilegge, ma la cosa è complicata dal fatto che è il fidanzato di sua sorella. "La storia [...] punta decisamente sul melò rispetto ai modelli americani del tempo. [...] Perfino le fanzine minori lo massacrano." (Marco Giusti)
1965 Il sentiero dell'oro (El dedo en el gatillo)
di Sidney W. Pink con Rory Calhoun
Un irriducibile sudista si allea con gli odiati yankee per far fronte comune contro gli indiani cattivi. Pink, un "maestro" della serie C americana, dirige un mediocre e risaputo filmetto che doveva apparire già vecchissimo quando uscì. Poco scusabile nel 1965 il sottofondo anti-indiano senza mezze misure.
1966 Ringo il Texano (The Texican)
di Lesley Selander con Audie Murphy, Broderick Crawford
"Armato di sospetti (ma non di prove) e di desiderio di vendetta, Ringo dà la caccia all'assassino del fratello. Trova qualche alleato e molti nemici. Anonimo western di serie B diretto da un prolifico specialista e inerpretato dal ragazzone Murphy." (Film TV)
1966 Lo sceriffo senza stella (The Christmas Kid)
di Sidney W. Pink con Jeffrey Hunter
Complicata storia di redenzione di uno sceriffo corrotto, che si ribella per amore ai suoi corruttori, ma finisce per essere accusato di un omicidio che non ha commesso. C'è tutto un sottofondo di simbolismi e metaforoni religiosi, più da presepe che da racconto spirituale. Abbastanza strambo da avere i suoi estimatori, ma il solito Pink alla regia non è una gran garanzia.
1966 Sette donne per una strage (The Tall Women)
di Sidney W. Pink e Gianfranco Parolini con Anne Baxter, Maria Perschy
Inverecondo
filmetto iberico-tedesco, diretto dal solito Pink (Parolini pare abbia firmato solo per ragioni contrattuali). Specie di remake di serie Z di "Donne
verso l’ignoto" di Wellman. Anne Baxter ci mette un po' di impegno, ma forse
l’atteggiamento più giusto è quello delle altre sei attrici, che
sembrano invece continuamente chiedersi come diavolo siano finite
a fare un film del genere.
di Robert Siodmak. Con Robert Shaw Mary Ure, Ty Hardin, Jeffrey Hunter, Lawrence Tierney
A differenza degli altri, è una grossa e ambiziosa produzione, che in un primo momento pare fosse stata proposta nientemeno che a Kurosawa. Ma è un film nato vecchissimo, sia nei contenuti che nello stile, nonostante i tentativi di approfondire il personaggio di Custer e il fosco contesto storico in cui si muoveva. Fotografia, pesantezze e lungaggini da kolossal.
* * *
Più interessante invece prendere in esame, come faremo nei prossimi giorni, il periodo in cui le produzioni americane iniziarono a farsi più serie e a contaminarsi con l'arrembante western italo-spagnolo. A parte poche eccezioni si trattava quasi sempre di grosse produzioni o di medie produzioni americane, che in confronto a quelle italiane apparivano comunque ricchissime. Quindi in generale erano quasi sempre film confezionati con una cura spesso sconosciuta anche alle produzioni più ambiziose di casa nostra. Eppure proprio la maggior solidità hollywoodiana finiva spesso per appesantirli, facendoli apparire in qualche modo meno moderni, snelli e "pop" dei più scalcinati, ma anche più vitali, western diretti dai registi italiani. Questo non significa che il filone non abbia prodotto anche film belli e significativi, e che in buona parte non meriti di essere riscoperto.
Di alcune di queste produzioni americane girate in Spagna ci siamo già occupati.
Nel caso di notevoli dirty western come Chato di Michal Winner e Il giorno dei lunghi fucili di Don Medford, del crepuscolare Doc di Frank Perry e del curioso b-movie I quattro sul sentiero di Sparo di John Peyser, l'influenza del western europeo è minima, sono titoli che potevano essere girati in America senza sostanziali differenze.
Discorso diverso per l'inclassificabile e decisamente ibrido Amore piombo e furore di Monte Hellman, che però come al solito fa storia a sé, dirigendo una tardissima coproduzione, arrivata quando la stagione degli spaghetti western e dei relativi investimenti americani in Europa era tramonata da un bel pezzo.
Invece rientrano a pieno titolo nel filone di cui tratteremo due film di Burt Kennedy: La spina dorsale del Diavolo del 1971 e La texana e i fratelli Penitenza, due titoli intelligenti e originali, tra le migliori varianti "americane" degli spaghetti western, a conferma del talento spesso mal gestito, ma sottostimato del regista. E proprio al controverso Kennedy toccò dirigere la prima grossa e convinta produzione western americana girata in Spagna. Il sequel di un film che aveva avuto un' enorme influenza sulla nascita e l'estetica dei western spaghetti...
Sommario dei film
1966 Il ritorno dei magnifici sette (Return Of the Seven) di Burt Kennedy
1968 Shalako di Edward Dmytryk
1968 Viva! Viva Villa! (Villa Rides) di Buzz Kulik
1969 El Verdugo (100 Rifles) di Tom Gries
1969 Bruciatelo vivo! (Land Raiders) di Nathan Juran
1969 Le pistole dei magnifici 7 (Guns of the Magnificent Seven) di Paul Wendkos
1970 El Condor di John Guillermin
1970 4 per Cordoba (Cannon for Cordoba) di Paul Wendkos
1970 Sledge (A Man Called Sledge) di Vic Morrow
1971 La spina dorsale del Diavolo (The Deserter) di Burt Kennedy
1971 Una città chiamata bastarda (A Town Called Hell) di Robert Parrish
1971 Catlow di Sam Wanamaker
1971 Capitan Apache (The Guns of April Morning/Deathwork) di Alexander Singer
1972 La texana e i fratelli Penitenza (Hannie Caulder) di Burt Kennedy
1972 I tre del mazzo selvaggio (Pancho Villa) di Gene Martin
1973 Charley One-Eye di Don Chaffey
1973 Lo chiamavano Mezzogiorno (Un hombre llamado Noon) di Peter Collinson
1977 L'uomo di Santa Cruz (Kid Vengeance) di Joe Manduke
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