C'ERA UNA VOLTA IL KRAUT WESTERN
2. Non solo Winnetou
Continua la nostra rassegna dei western tedeschi, stavolta prendendo in esame i film prodotti nella Germania occidentale non appartenenti al ciclo di Winnetou.
Oltre Karl May (o quasi)
1963 Die Flußpiraten vom Mississippi (Agguato sul grande fiume) di Jürgen Roland
con Hansjörg Felmy, Brad Harris, Horst Frank, Sabine Sinjen, Dorothee Parker, Tony Kendall
A conferma della natura avventurosa e letteraria del "kraut", questo primo tentativo di slegarsi dai romanzi di Karl May propone un menù a base di pirati, battelli, arrembaggi e vendette, ed è tratto da un romanzo di un altro scrittore tedesco, Friedrich Gerstäcker. Anche qui viene sfruttata un'ambientazione poco frequentata dal western americano (il Mississippi dei battelli) e c'è l'alleanza tra l'eroe bianco e gli indiani. Brad Harris e Tony Kendall faranno fortuna (relativa) insieme nel cinema di genere italiano, anche se qui non formano ancora una coppia. Horst Frank invece fa già il cattivo soggetto come poi in molti spaghetti western.
1964 Die Goldsucher von Arkansas (Alla conquista dell'Arkansas) di Alberto Cardone e Paul Martin
con Brad Harris, Mario Adorf, Horst Frank
Un altro kraut western tratto da un romanzo di Friedrich Gerstäcker, ma stavolta la trama sembra la solita dei romanzi di Karl May, con i consueti indiani buoni sul piede di guerra perché i cercatori d'oro tentano di invadere il loro territorio. C'è la mappa del tesoro, il cattivo fomentatore (Horst Frank ovviamente ), l'eroe bianco (Brad Harris) e qualche bella attrice come contorno.
1964 Die Schwarzen Adler von Santa Fe (I gringos non perdonano) di Ernst Hofbauer e Alberto Cardone
con Brad Harris, Horst Frank, Tony Kendall
Terzo film con protagonista Brad Harris che fa il buono e Horst Frank cha fa il cattivo. Raro caso di kraut western non basato su un' opera letteraria, ma gli elementi sono esattamente sempre quelli dei film tratti da Karl May. Unica variante, stavolta i banditi fomentatori non si sono travestiti da indiani per uccidere i coloni, ma da soldati per uccidere direttamente gli indiani... tutta un' altra cosa, no?
1964 Der Letze Mohikanner (La valle delle lunghe ombre) di Harald Reinl
con Daniel Martín, Anthony Steffen, Joachim Fuchsberger, Karin Dor
Il classicone "L'ultimo dei Mohicani" in salsa kraut, diretto dallo specialista Harald Reinl. Adattamento quasi inevitabile considerata la tendenza al letterario del filone e visto che James Fenimore Cooper era fonte di ispirazione ovvia e primaria per Karl May. E infatti il tono e lo stile sono esattamente quelli dei film di Winnetou. Esordio della futura stella degli "spaghetti" Anthony Steffen nella parte di Occhio di Falco. Agguati, battaglie e tradimenti con brio, secondo la critica del tempo.
Tre kraut bizzarri
1965 Die Hölle von Manitoba (Sfida a Glory City) di Ralph Gideon [Sheldon Reynolds]
con Lex Barker, Pierre Brice e Marianne Koch
Tratto da un racconto dell'americano F.X. Toole, scrittore che quaranta anni dopo ispirerà nientemeno che Clint Eastwood per "Million Dollar Baby". Trama bizzarrissima, di gran lunga la più originale mai tentata nei "kraut", che anticipa quella di "Pronti a morire" di Raimi e "Quattro tocchi di campana" con Kirk Douglas: per celebrare l'anniversario cittadino in quel di Glory City non si trova niente di meglio che organizzare ogni anno un duello mortale tra pistoleri. Il problema è che stavolta i due pistoleri prima del duello hanno avuto il tempo di fare amicizia, facendo fronte comune contro il prepotente locale e innamorandosi della stessa donna. Protagonisti i due divi del genere, Lex Barker e Pierre Brice, che provano ad intepretare ruoli diversi dai loro soliti. Innocua bizzarria o film da riscoprire?
1965 Der Schatz der Azteken (I violenti di Rio Bravo) di Robert Siodmak
con Lex Barker, Gérard Barry, Rick Battaglia
Conosciuto anche come Die Pyramide des Sonnengottes. Tratto sempre da un romanzo di Karl May. Altro tentativo di variare lievemente il menù, insaporendolo con un' ambientazione diversa. Stavolta vanno di scena rurales, rivoluzionari e soldati francesi. C'è però sempre di mezzo un tesoro (atzeco) e il buono e il cattivo hanno sempre le consuete e rassicuranti facce di Lex Barker e Rick Battaglia. Dirige con eleganza un notevole artigiano di Hollywood a fine carriera.
1965 Das Vermächtnis des Inka (Viva Gringo) di Georg Marischka
con Guy Madison, Rik Battaglia, Fernando Rey, William Rothlein, Francisco Rabal
Ennesimo adattamento di un romanzo di Karl May. Coloratissimo quasi-western ambientato in Perù, con gli Incas al posto dei soliti indiani. Ma la formula non cambia di una virgola, con il solito eroe che deve scongiurare la solita guerra, lottando contro il tempo e il solito cattivo, che ha pure la solita faccia di Rick Battaglia. Nel suo fondamentale dizionario sui western spaghetti il critico Marco Giusti lo definisce "folle" e "assurdo", ma da ragazzino ci andava matto.
Un tardo dittico londoniano
1972 Der schrei der schwarzen Wölfe (Il cacciatore solitario) di Harald Reinl
con Ron Ely, Raimund Harmstorf, Gila von Weitershausen, Arthur Brauss
Harald Reinl torna al western avventuroso con questo (vago) adattamento di Jack London, scrittore molto in voga nel cinema nei primi anni 70 (avrà un suo fortunato filone anche nel western all'italiana con i film dedicati a Zanna Bianca). Questo è un classico della programmazione anni '80 delle tv locali, con il longilineo Ron Ely (celebre Tarzan anni '60 dei telefilm) e Raimund Harmstorf, faccia da cattivo anni 70 che le prenderà anche da Bud Spencer in diversi film e telefilm.
1972 Die blutigen Geier von Alaska (La lunga pista dei lupi) di Harald Reinl
con Doug McClure, Harald Leipnitz, Angelica Ott, Roberto Blanco, Kristina Nel
L'americanissimo Doug McClure - un' altra faccia tipica di telfilm o film (di serie B) americani - è il protagonista del secondo e ultimo western londoniano di Reinl. Soliti ingredienti del genere: lupi, slitte, neve e mocciosi in pericolo.
Un sereno addio
1976 Zwei gegen Tod und Teufel o Potato Fritz (Massacro a Condor Pass) di Peter Schamoni
con Hardy Krüger, Stephen Boyd, Anton Diffring, Friedrich von Ledebur
A modo suo anche il kraut western ha il suo film crepuscolare. Il genere da l'addio con un film volutamente e affettuosamente demodé, con tutti gli elementi tipici del genere: cattivi travestiti da indiani, indiani buoni ma giustamente incazzosi, eroi bianchi buonissimi che devono risolvere un'intricata faccenda. Parecchi morti, trama ingegnosa, regia solida, ottimo cast di tipiche facce da caratteristi. Degno epilogo per un genere che non ha forse regalato capolavori, ma che è sempre stato realizzato nel più dignitoso artigianato cinematografico.
Anche il "kraut" aveva la sua serie Z
Per completezza, ecco anche i titoli "sconsigliati" del genere.
1963 Der letzte Ritt nach Santa Cruz (La lunga strada della vendetta) di Rolf Olsen
con Edmund Purdom, Mario Adorf, Marianne Koch, Klaus Kinski, Marisa Mell
In italia conosciuto anche come Ortiz il bandito. Con il successivo forma una specie di dittico western più austriaco che tedesco. Cast di assoluto rispetto, per la solita storiella di falsa accusa e vendetta, tipica dei western di serie F (e in giù).
1964 Heiss Weht der Wind (Grido di vendetta) di Rolf Olsen
con Thomas Fritsch, Gustav Knuth, Judith Dornys, Heidemarie Hatheyer
Altro western austriaco. Storia alla "Notte senza fine" di Raoul Walsh, con tanto di protagonista smemorato. Rispetto al precedente stavolta il regista Rolf Olsen non può neanche contare sul sostegno di un cast di livello.
1964 Freddy und das Lied der Prärie (Sei pallottole per Ringo Kid) di Sobey Martin
con Freddy Quinn, Rik Battaglia, Beba Loncar, Mamie Van Doren, Carlo Croccolo
Inguardabile western "musicarello", a meno che non ci si accontenti delle guardabilissime Beba Loncar e Mamie Van Doren. Protagonista il "crooner" Freddy Quinn, pare una specie di Johnny Dorelli tedesco.
1965 Die banditen vom Rio Grande (Rio diablos) di Helmuth M. Backhaus
con Harald Leipnitz, Maria Perschy, Wolfgang Kieling, Gerlinde Locker
Raro caso di kraut western ambientato nel sud-ovest americano, tipica ambientazione da spaghetti western. Ma con gli analoghi prodotti nostrani sembra avere in comune soprattutto la risibilità dei mezzi.
1965 Duell vor Sonnenuntergang (Sparate a vista a Killer Kid) di Leopold Lahola
con Peter Van Eyck, Carole Gray, Wolfgang Kieling, Terence Hill
Tentativo di western classico, che va a parare dalle parti melodrammatiche dei western italo-spagnoli pre-Leone. Probabile unico motivo di interesse: Terence Hill che fa... il cattivo!
1965 Sie nannten ihn Gringo (Lo sceriffo non paga il sabato) di Roy Rowland
con Götz George, Helmut Schmid, Alexandra Stewart, Daniel Martín
Cast teutonico, ma western di influenza spagnoleggiante, diretto da un veterano hollywoodiano sul viale del tramonto, che dieci anni prima aveva diretto in patria il bizzarro e godibile "Un napoletano nel Far West".
2000 Der Schuh es Manitou (inedito in Italia) di Michael Herbig
con Michael "Bully" Herbig, Christian Tramitz, Sky Dumont, Marie Bäumer
Incredibile: il genere viene resuscitato nel 2000 tramite la parodia e diventa campione di incassi in Germania! Affettuosa ironia o cinepanettone alla tedesca?
Tommaso Sega
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