lunedì 16 gennaio 2012

il western tedesco 3

C'ERA UNA VOLTA IL KRAUT WESTERN
3. Gojko Mitic e gli "indianerfilme"

Completiamo la nostra rassegna sui western tedeschi parlando dei film prodotti nella Germania Orientale dell'allora blocco sovietico. Film praticamente mai giunti in Italia e da noi totalmente sconosciuti. Parlare di indianerfilme (o red westerns) significa sostanzialmente parlare della carriera dell'attore Gojko Mitic.

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Nato nel 1940 in un paesino contadino della Serbia meridionale, Mitic inizia la sua carriera come stuntman in alcuni film italiani e inglesi dei primi anni sessanta. Nel 1963 esordisce come attore in un piccolo ruolo in "Old Shatterhand" (La battaglia di Fort Apache) di Hugo Fregonose. Seguono altri tre ruoli secondari in altrettanti film della saga di Winnetou. Con questo curriculum torna dall'altra parte del Muro nell'allora Germania Orientale, dove grazie alla casa cinematografica DEFA interpreterà e produrrà una lunga serie di western filo-indiani (e anti-americani), dove avrà quasi sempre il ruolo di capo tribù, dando vita ad un vero e proprio filone che lo vedrà assoluto protagonista: gli indianerfilme. Ovviamente si tratta di pellicole con una forte componente propagandistica e ideologica, veri e propri "western comunisti", ma indirizzati ad un pubblico di ragazzi, quindi comunque avventurosi e ricchi d'azione. Il successo oltre cortina è clamoroso e Mitic diventa un vero e proprio divo, dando vita ad un fenomeno del tutto simile a quello che negli stessi anni vedeva protagonista Giuliano Gemma nel nostro paese. Tra le molte analogie che accomunano i due attori c'è anche il fatto che saranno quasi sempre doppiati, nel caso di Mitic per nascondere un lieve accento serbo.


1966 Die Söhne der großen Bärin (t.l. Il figli della Grande Mamma Orsa) di Josef Mach
con Gojko Mitic (Tokei-ihto), Jiri Vrstala, Rolf Römer, Hans Hardt-Hardtloff, Gerhard Rachold

Tratto da una serie di romanzi della scrittrice Liselotte Welskopf-Henrich. Tokei-Ihto, capo tribù ribelle e allergico ai trattati di pace con i bianchi capitalisti, corruttori e traditori, evade dal forte dove era stato imprigionato. Condurrà la sua tribù verso il Sol dell'Avvenire, cioè oltre il fiume Missouri. Non prima di aver regolato i conti con il losco trafficante Red Fox e aver affrontato delle tribù nemiche.


1967 Chingachgook, die grosse Schlange (t.l. Chingachgook, il grande serpente) di Richard Groschopp
con Gojko Mitic (Chingachgock), Rolf Römer, Lilo Grahn, Helmut Schreiber, Jürgen Frohriep

Ispirato a "Il cacciatore di cervi" di Fenimore Cooper. Chingachgook, il famoso ultimo dei Moicani, salva sua moglie tenuta prigioniera dagli Uroni. Prima di raggiungere il suo scopo dovrà affrontare pionieri razzisti e vedersela con le trame imperialiste di francesi e  inglesi. La presenza come direttore della fotografia dell'operatore di "Olympia" della Riefenstahl, garantisce gran attenzione ai fisici olimpionici degli "indiani". Uno dei più scopertamente ideologici della serie, ma nella sua insistita filosofia umanista pare sia una delle trasposizioni più fedeli dello spirito di Fenimore Cooper.


1968 Spur des Falken (t.l. Il sentiero di Falco) di Gottfried Kolditz
con Gojko Mitic (Falke), Hannjo Hasse, Barbara Brylska, Lali Meszchi, Rolf Hoppe

Ispirato alle celebri e drammatiche vicende storiche iniziate nel 1875. I cercatori d'oro avidi e capitalisti già meditavano prima di far fuori gli indiani Dakota, figuriamoci quando scoprono che sulle Colline Nere c'è l'oro! Per fortuna che c'è il gran capo Falco/Mitic a sistemare le cose. Sforzo produttivo di una certa importanza, con numerose scene spettacolari e l'utilizzo di un vero treno. Gira anche un titolo italiano, La vendetta dei guerrieri rossi (rossi...), quindi può darsi che in qualche modo sia l'unico della serie arrivato dalle nostre parti.


1969 Weisse Wölfe (t.l. Lupo Bianco) di Konrad Petzold
con Gojko Mitic (Falke), Horst Schulze, Rolf Hoppe, Helmut Schreiber, Barbara Brylska

Torna il protagonista del film precedente. Per vendicare l'uccisione della moglie, il capo indiano Falco fa il diavolo a quattro nella corrotta e viziosa cittadina di Tanglewood, in mano a dei loschi trafficanti capitalisti. Unici suoi alleati, l'onesto sceriffo e sua moglie. Sia pure con lo schematismo di un racconto d'avventura, le esigenze di propaganda ideologica favoriscono un' interessante analisi delle cause economiche che portarono alle guerre indiane.


1970 Tödlicher Irrtum (t.l. Errore fatale) di Konrad Petzold
con Gojko Mitic (Shave Head), Armin Mueller-Stahl, Annekathrin Bürger, Krystyna Mikolajewska

Anche se la parte d'azione è totalmente inventata, il film è ispirato a fatti realmente avvenuti nel 1898. Stavolta è il petrolio a scatenare l'avidità capitalistica. A farne le spese i capi indiani che hanno imprudentemente firmato il trattato di pace coi bianchi (l'errore fatale del titolo), che vengono assassinati uno ad uno. Toccherà al prode guerriero Shave Head (Testa Pelata?) scoprire gli assassini. Uno dei più politici del filone. Armin Mueller-Sthal, diventerà uno dei più noti attori tedeschi nel mondo.


1971 Osceola di Konrad Petzold
con Gojko Mitic (Osceola), Horst Schulze, Jurie Darie, Karin Ugowski, Kati Bus, Pepa Nikolova

La prima di una succulenta serie di biografie dedicate a dei grandi capi indiani storicamente esistiti. Naturalmente in questi film diventano tutti dei precursori del realismo socialista. Si comincia con il leggendario Osceola, capo dei Seminole che nella Florida del 1837 condusse una guerra contro l'espansionismo dei latifondisti bianchi. Notevole l'approfondimento della presenza a fianco dei Seminole di numerosi schiavi neri fuggitivi, argomento praticamente mai affrontato dal cinema americano. Co-produce anche Cuba.


1972 Tecumseh di Hans Kratzert
con Gojko Mitic (Tecumseh), Annekathrin Bürger, Rolf Römer, Leon Niemczyk, Mieczyslaw Kalenik

Stavolta è di scena Tecumseh, il leggendario capo indiano degli Shawnee che all'inizio del 800 riuscì a creare un'ampia confederazione di tribù che spalleggiata dagli inglesi si oppose all'espansionismo degli Stati Uniti, tentando di creare una nazione indiana. Uno dei personaggi storici più affascinanti dell'800 americano, ma anche uno dei meno visti al cinema. Tecumseh era istruito e comprendeva la società dei bianchi, Mitic lo interpreta come un antico nobile. C'è pure una parentesi romantica con una donna bianca.


1973 Apachen di Gottfried Kolditz
con Gojko Mitic (Ulzana), Milan Beli, Colea Rautu, Leon Niemczyk, Gerry Wolff, Rolf Hoppe

Fulminea risposta a "Nessuna pietà per Ulzana" di Aldrich, con cui ha comunque pochi punti di contatto, raccontando vicende degli anni 40 e non il celebre raid del 1885 al centro del film americano (a cui in realtà Ulzana sopravvisse, morendo molto anziano nel 1909). Gli usi e costumi degli apache sono ritratti con cura e attenzione, anche se ovviamente nella versione di Mitic Ulzana diventa un campione della masse indiane oppresse. Ignari della proprietà privata gli Apache Mimbrero si farebbero i fatti loro, se messicani ed americani non li volessero far fuori a tutti i costi. Dopo un massacro, Ulzana compie la sua vendetta.


1974 Ulzana di Gottfried Kolditz
con Gojko Mitic (Ulzana), Renate Blume, Colea Rautu, Dorel Jacobescu, Rolf Hoppe, Amza Pelea

Sequel del film precedente. È ambientato nei tardi anni tra il 1846 e 1848 durante la guerra tra stati Uniti e Messico. Per quanto sempre viziata da un'ottica smaccatamente propagandistica è interessante la ricostruzione dell'attività del "Ring di Tucson" una cricca di affaristi americani realmente esistita, che per favorire i propri affari provocò tensioni tra apache e cittadini di Tucson. Gli apache si fanno gli affari loro nella riserva coltivando la terra, ma i commercianti capitalisti si sentono minacciati da tanta autonomia economica. Toccherà ancora ad Ulzana scendere sul piede di guerra per difendere la propria gente.


1975 Blutsbrüder (t.l. Fratelli di sangue) di Werner W. Wallroth
con Gojko Mitić (Harter Felsen/ Hard Rock), Dean Reed, Gisela Freudenberg, Jörg Panknin 

Stavolta Mitic non è il protagonista indiscusso, ma divide lo schermo con Dean Reed, personaggio quantomeno singolare: cantautore americano, pacifista e socialista, che dopo aver girato qualche western spaghetti dalle nostri parti fece fortuna nel blocco socialista. Qui Reed è anche sceneggiatore. Specie di ideale seguito di "Soldato blu" di Ralph Nelson. Reed è un soldato chiamato Harmonika che resta disgustato dalla violenza dei suoi commilitoni dopo il massacro del Sand Creek (1864). Viene catturato dagli indiani, ma diventa presto amico del guerriero Harter Felsen (Roccia Dura), ovviamente interpretato da Mitic. I due faranno fronte comune contro gli invasori bianchi. Uno degli indianerfilme (relativamente) più famosi, tra i migliori o comunque tra i più complessi e meno schematicamente ideologici, con personaggi più sfaccettati e tormentati del solito. Notare che mentre in Italia e in America il western era in pieno declino, anzi praticamente defunto, all'est questo film riscuoteva ancora un grande successo.


1978 Severino di Claus Dobberke
con Gojko Mitic (Severino), Violeta Andrei, Constantin Fugasin, Mircea Anghelescu

Non proprio un western dato che si svolge tra le Ande argentine, ma in fondo sono sempre le solite avventure di indiani minacciati dai coloni bianchi, con Mitic nei panni del solito saggio e coraggioso capo indio. Ispirato ad un romanzo dello scrittore tedesco Eduard Klein. Paesaggi notevoli.


1983 Der Scout (t.l. La guida) di Konrad Petzold
con Gojko Mitic (Weiße Feder), Klaus Manchen, Milan Beli, Nazagdordshijn Batzezeg

Coprodotto con la Mongolia, come si nota dalle comparse dai tratti esotici. Mentre nel resto del mondo il western praticamente non esiste più, Mitic chiude degnamente la sua carriera nel genere con uno dei suoi film più curati, anche grazie agli spettacolari paesaggi mongoli. Ambientato nell'epoca delle guerre indiane (1877), tra fughe e massacri, per la prima ed ultima volta non interpreta un capo, ma è lo scout indiano Penna Bianca, che deve guidare sette soldati che hanno il compito di scortare i cavalli sequestrati ai Nez Percé. Lo schematismo ideologico degli anni passati è meno pressante, tanto che i personaggi dei sette soldati bianchi hanno persino dei lati buoni. Finiva un'epoca, non solo cinematografica.

Attualmente Mitic vive serenamente a Berlino con la sua famiglia.

Tommaso Sega

10 commenti:

  1. In effetti in rete circolano alcune locandine de la vendetta dei guerrieri rossi, quindi potrebbe davvero trattarsi davvero dell’unico film di Gojko Mitic mai arrivato in Italia, magari un po’ adattato dai nostri distributori con lo stesso procedimento adottato per i western messicani. Ora però credo sia completamente introvabile.
    Curiosa e da approfondire la figura di Dean Reed, il “cowboy comunista” o l”Elvis Rosso”, morto nel 1986 a 48 anni e in circostanze mai chiarite nella ex-Germania Est.

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  2. Di Dean Reed cantante si scarica facilmente una raccolta tedesca dei suoi pezzi tra il '59 e il '61, "The Red Elvis" per l'appunto. In realtà più che ad Elvis assomiglia purtroppo a uno dei tanti innocui teen-idol dell'epoca, con dosi eccessive di coretti e urletti anche sui pezzi più folk e country. Non molto meglio i pezzi "impegnati" che si trovano su youtube, cantati con un'enfasi invecchiata piuttosto male.

    Come personaggio e attore mi incurisce di più, anche per la sua somiglianza con Peter Fonda, un mio attore "cult".

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  3. A me risulta, che in Italia siano arrivati i film sottoelencati, in rete circolano immagini dei relativi posters (tra l’altro tra i più belli in assoluto) per cinematografo, ma anche di copertine VHS:
    1) Cheyenne il figlio del serpente (Die Söhne Der Grossen Bärin, DDR, 1965) di Josef Mach
    2) La vendetta dei guerrieri rossi (Spur Des Faken, DDR/URSS, 1967) di Gottfried Kolditz
    3) Un uomo chiamato Volpe Bianca (Weisse Wölfe, DDR/Yugoslavia, 1969) di Konrad Petzold
    Roberto VR

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  4. Un altro indianerfilme che mi sembra non sia stato citato è Blauvogel (DDR/Romania, 1979) di Ulrich Weiss
    Roberto VR

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  5. Come titolo italiano conoscevo solo "La vendetta dei guerrieri rossi", gli altri, quando ho scritto l'articolo, non erano riportati neanche da IMDb. D'altra parte sono titoli talmente "dimenticati" che non sono di nessuna utilità per il recupero o la ricerca di informazioni rigurdanti queste pellicole. Comunque grazie per l'appunto.

    Hai ragione su "Blauvogel", ma non è neanche l'unica mancanza, altri "kraut" non citati nei due articoli dovrebbero essere...

    1970 Deadlock, di Roland Klick con Mario Adorf, Anthony Dawson
    1972 Tschetan, der Indianerjunge, di Hark Bohm. Con Marquard Bohm, Dschingis Bowakow
    1973 Verflucht, dies Amerika (Jaider's Gang) di Volker Vogeler. Con Geraldine Chaplin, William Berger
    1974 Kit & Co, di Konrad Petzold. Con Dean Reed e Rolf Hoppe
    1975 Das Tal der Witwen (Valley of the Dancing Widows) di Volker Vogeler
    1979 Blauvogel (Blue Bird), di Ulrich Weiß
    1985 Atkins (Between the Fronts of Indians and Whites) di Helge Trimpert

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  6. mah.... a mio parere solo il fatto che esista il doppiaggio in italiano di alcuni di questi film ha una qualche utilità... non tutti conoscono la lingua tedesca
    Roberto VR

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  7. stasera 12/10/14 ore 20,50 su arte in francese e/o tedesco Weisse Wölfe o les loups blancs(Lupo Bianco) prima visione tv da non perdere

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  8. In Italia il film Weisse Wölfe fu proiettato nelle sale con il titolo: Un uomo chiamato Volpe bianca interpretato da George Mitik

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  9. per chi non fosse riuscito a vederlo Arte ritrasmette Weisse wolfe in francese e/o italiano ed è visibile sul canale 492 di sky sabato 01/11/14 alle 01,05 di notte. Consiglio vivamente di vederlo e di registrarlo.

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  10. Scusa ma mi permetto di correggerti in quanto la trasmissione del film è prevista per giovedì 30/11 alle ore 00,05 su Arte, anche in HD.

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